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Lunedì 27 febbraio siamo andati a visitare AOSTA ROMANA. Prima di partire Elisabetta , la nostra guida turistica , ci ha fatto una piccola lezione in classe dandoci delle informazioni che ci potevano servire durante il viaggio. Quando siamo partiti faceva un po' freddo, ma eravamo molto contenti. Abbiamo fatto una lunga passeggiata per arrivare fino al Ponte Romano. Quando siamo giunti alla nostra meta Elisabetta ci ha detto che dovevamo fare finta di essere un pretoriano che entrava in città e che si trovava di fronte l'Arco d'Augusto e, in lontananza, scorgeva la Porta Pretoria. Che spettacolo! Poi ci siamo incamminati e siamo arrivati alla PORTA PRETORIA, era molto bella! Appena l’abbiamo oltrepassata abbiamo subito girato a destra e siamo entrati nel fantastico TEATRO ROMANO e abbiamo osservato com'era fatto. Questo era molto spazioso, raggiungeva i ventidue metri d’altezza ed era l'unico teatro romano coperto. Subito dopo siamo andati nella piazza, che al tempo dei Romani, era dedicata alla politica e al culto, questa occupava ben otto insule. È lì che abbiamo visitato il Criptoportico forense, quel luogo però non è piaciuto a tutti forse perché dava una sensazione di tristezza visto che era vuoto e seminterrato; ma visitarlo con la guida è stato comunque divertente perché ci ha fatto fare un percorso a zig-zag tra i suoi archi. Elisabetta ci ha detto che era usato dai Romani come luogo per passeggiare d’inverno. Dopo una breve pausa per il pranzo siamo andati a vedere gli scavi della villa urbano –rustica della Consolata ,era una vera e propria meraviglia, misurava ben 2000m2! Lì abbiamo “conosciuto” il sig. Anonimo Romano, un nome scelto a caso per indicare il proprietario della villa. Elisabetta ci ha condotti all'interno, un posto davvero freddo, dove abbiamo potuto osservare la “villona” del nostro amico. All’interno, seguendo gli indizi, che lei ci forniva dovevamo scoprire che stanza era quella indicataci e a cosa servisse. In questa villa era talmente grande che c’era anche un centro benessere, con tre stanze: una molto fredda, una tiepida e un’altra calda! Quest’ultima, chiamata dai romani “calidarium”, era riscaldata con il riscaldamento a pavimento. L’informazione che ci ha colpito molto è che, invece, i Romani per dormire utilizzavano uno spazio molto piccolo senza finestre, che chiamavano “cubicula”. Nella villa c’era anche la cisterna per l’acqua e un ampio spazio adibito a magazzino.
Questa giornata ci è piaciuta molto perché abbiamo visto i monumenti che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni ma che, a volte, neanche notiamo, è stato meraviglioso!
Grazie mille Elisabetta! Adesso speriamo di riuscire ad essere noi delle “guide” per i nostri genitori e amici per far loro scoprire questa nostra stupenda città.
Testo elaborato da alcuni alunni delle classi quinte della scuola primaria Ettore Ramires